Si parla di sindrome da classe economica da quando, qualche anno fa, una giovane donna morì improvvisamente poco dopo l’atterraggio da un lungo viaggio in aereo.
L’autopsia rivelò essersi trattato di embolia polmonare verosimilmente dovuta ad una trombosi venosa profonda degli arti inferiori.
Un lungo viaggio, l’immobilità prolungata degli arti inferiori a causa di spazi molto ristretti come può accadere in caso di viaggi low cost sono gli elementi che sono stati ritenuti responsabili di questo drammatico evento.
In realtà viaggiare in business class non riduce il rischio di incorrere in queste problematiche.
Infatti, per questa ragione, si preferisce definire questa sindrome con il nome di “trombosi del viaggiatore “.
Secondo alcune statistiche la trombosi del viaggiatore si sviluppa in circa 5 casi su 10.000 e l’embolia polmonare in circa 27 casi su un milione di passeggeri.
Ma chi e quando si rischia una trombosi?
viaggi che durano più di sei ore,
Individui che hanno già avuto episodi di trombosi e/o flebite nel passato,
Individui con difetti del sistema coagulativo,
Fumatori,
Individui in sovrappeso,
Donne in gravidanza,
Individui che assumono sostanze ormonali
Quando si deve sospettare una trombosi venosa o una embolia?
Quando durante o dopo il volo si sente un dolore molto forte agli arti inferiori, al polpaccio o quando si avverte dolore al torace, al dorso e si fa fatica a respirare e ci si sente svenire.
Ricordatevi che la trombosi può formarsi durante il volo ma manifestarsi molte ore dopo il ritorno a terra, o non manifestarsi affatto e dare segno di sé solo quando provoca un'embolia polmonare.
Come si fa la diagnosi?
Non bastano i segni e i sintomi: l'unica diagnosi di certezza si può fare con l'ecodoppler per la trombosi, e con la tac o con la scintigrafia, per l'embolia polmonare.
Se dopo un lungo volo compaiono alcuni o tutti i sintomi che abbiamo elencato, ci si deve rivolgere a un pronto soccorso, che valuterà la probabilità, farà la diagnosi e prescriverà la cura adatta.
Si guarisce dalla trombosi?
Si, se viene sospettata e diagnosticata in tempo, e curata adeguatamente.
E dall'embolia?
Si, se non è eccessivamente estesa e se, come per la trombosi, viene diagnosticata in tempo e curata bene. A volte purtroppo un'embolia polmonare è talmente massiva che riduce in modo drammatico la capacità dei polmoni di respirare e può condurre al decesso.
Come si riduce il rischio?
Prima di tutto informandosi.
A prescindere dal rischio di ciascuno tutti coloro che affrontano un lungo viaggio dovrebbero comunque sempre osservare alcune semplici norme: bere molta acqua, ogni tanto contrarre ritmicamente i muscoli delle gambe e flettere i piedi, non eccedere con l'alcol, non indossare abiti molto stretti e indossare calze elastiche.
Rischia di più chi fa un viaggio che duri più di 6 ore, ha più di 40 anni, utilizza terapie ormonali (pillola), è obeso, ha un disordine della coagulazione del sangue, ha già avuto una trombosi, fuma, ha avuto in famiglia un caso di malattia da trombosi, oppure è in gravidanza. Le calze elastiche aiutano a ridurre il rischio, mentre i farmaci sono da utilizzare solo in casi selezionati e su prescrizione del medico.
l'aspirina non aiuta a prevenire una trombosi venosa o un'embolia polmonare
l'unico farmaco in grado di prevenire la trombosi venosa e l'embolia è l’eparina
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